domenica 17 agosto 2014

Giacinto Gimma

L’abate che inventò la storia della letteratura


Ritratto giovanile di Gimma



















Giacinto Gimma (1668-1735) è uno degli intellettuali di maggiore rilievo nella storia di Bari; forse il più importante, se si considerano sia la pioneristica impresa di scrivere la prima storia della letteratura italiana, sia le intense relazioni con i più influenti circoli intellettuali di tutta la penisola, la presenza attiva nel rinnovamento culturale che si pone a cavallo fra la Nuova Scienza galileiana e l’Illuminismo.
E pensare che era di origini sociali modeste, essendo figlio di un calzolaio. Ma chi intuì il suo ingegno lo indusse a frequentare il locale seminario e poi il collegio gesuitico, unici luoghi, per lo più, di formazione ed emancipazione culturale.  Fu avviato dunque alla carriera sacerdotale: «abate» indicava all’epoca una condizione ecclesiastica a prescindere dal grado, dalla funzione e dal reddito; erano così designati soprattutto gli studiosi e i letterati. Abati erano, fra gli altri, il poeta Metastasio e l’economista Ferdinando Galiani. «La sola figura di ecclesiastico – ha scritto lo storico della scienza Ugo Baldini – compatibile con un ruolo del tipo accennato [di chierici innovativi sul piano filosofico e scientifico] fu quella dell’abate, una cui storia sociale sarebbe di alto interesse, costituente un tramite tra clero e società civile, in quello spazio mondano del dibattito che avendo come sfondo costante le accademie va dalla corte secentesca al salotto settecentesco».

Prima di ricevere l’ordinazione sacerdotale Gimma si trasferisce a Napoli per studiare diritto all’Università. Ma qui imbocca ormai la strada dell’erudizione enciclopedica, segnata da spiccati interessi scientifici, dalla passione per la matematica, la fisica, l’astronomia. Comporrà anche un trattato di «fisica sotterranea» o mineralogia. Nell’epoca di Gimma – l’età della «crisi della coscienza europea» (Paul Hazard) – si passa quasi impetuosamente dall’obbedienza dogmatica al pensiero critico. E il Regno di Napoli è una punta di diamante di tale evoluzione. Nella città partenopea vive il genio di Giambattista Vico; vi muove i primi passi la corrosiva critica storica di Pietro Giannone, perseguitato esponente dell’anticurialismo. Si celebrano gli ultimi processi a carico di membri della disciolta accademia degli Investiganti, sospettati di ateismo. Questo sodalizio accademico era stato influenzato dal pensiero del calabrese Tommaso Cornelio, che, seguace della filosofia naturalista di Bernardino Telesio, aveva introdotto nella cultura meridionale il razionalismo di Cartesio e l’atomismo di Gassendi con le inclinazioni al libertinismo filosofico. Influenze e contatti ben documentati anche nello studioso barese. Il quale però, prudentemente come Vico, distingue e concilia verità di fede (sebbene razionalmente insostenibile) e verità di ragione filologicamente provata.    
Gimma si muove con energia nel mondo delle accademie: associazioni culturali che, sparse sul territorio italiano, costituiscono una fitta rete di relazioni intellettuali configurando quella «repubblica delle lettere» vagheggiata da Ludovico Antonio Muratori, quasi un embrione di Stato nazionale composto dai soli letterati. È membro autorevole di numerosi sodalizi accademici, fra cui ricordiamo quello dei Pigri a Bari (città in cui un volumetto di Pasquale Sorrenti edito nel 1965 registra l’esistenza di dieci accademie, mentre in tutta la Puglia erano una settantina), nonché l’accademia più famosa e potente, l’Arcadia con sede centrale a Roma (della quale l’abate fu «procustode» pugliese con il nome arcadico di Liredo Messoleo) e soprattutto l’accademia degli Spensierati di Rossano Calabro, da lui diretta e riformata col titolo di accademia degli Incuriosi: un nome antifrastico  come quello del cenacolo barese e di tanti altri. Fecero parte degli Incuriosi il Muratori (col quale Gimma fu in corrispondenza epistolare), il futuro papa Benedetto XIII (il gravinese Vincenzo Maria Orsini) e la poetessa Maria Selvaggia Borghini, allieva a Pisa di Alessandro Marchetti, scienziato e traduttore del De rerum natura, il poema atomista di Lucrezio.

L’abate barese sa inoltre destreggiarsi con un nuovo strumento culturale: il giornale; pubblica infatti corrispondenze sul periodico veneziano «La Galleria di Minerva» e progetta una rivista dell’accademia rossanese. Rientrato a Bari, è nominato canonico della cattedrale ma in seguito rinuncia alla carica per eludere i controlli dell’arcivescovato sulla sua attività intellettuale.
Nella città natale compone l’opera più nota: l'Idea della storia dell'Italia letterata (stampata a Napoli in due volumi nel 1723). La concezione del ponderoso lavoro è doppiamente nuova: per la prima volta appare una storia letteraria estesa a tutta la penisola; in secondo luogo, l’attività delle lettere non vi abbraccia solo la poesia o la prosa narrativa, ma ogni testo scritto, inclusi i trattati storici e scientifici. Ampio spazio vi trovano la Nuova Scienza, Galilei, il metodo sperimentale, nonché la storia generale della cultura e delle istituzioni culturali: scuole, accademie, biblioteche, stamperie e case editrici. Il disegno storico di Gimma – che apre la strada alla similare e più fortunata storia della letteratura scritta mezzo secolo dopo dal gesuita bergamasco Girolamo Tiraboschi – intende affermare la continuità e il primato della cultura italiana, polemizzando in maniera programmatica e quasi ossessiva con i denigratori francesi. Il suo punto di riferimento però, diversamente dalla storiografia romantica e da De Sanctis, non è l’unità linguistica, bensì quella geografico-culturale: che parte dagli Etruschi, dalla Magna Grecia e dai Latini. Ciò non toglie che la storia di Gimma sia stata interpretata come un’avvisaglia del Risorgimento: per celebrare i 150 anni dell’Unità nazionale (2011) l’editore Cacucci ne ha pubblicato un’ampia silloge a cura di A. Iurilli e F. Tateo.     

Pasquale Martino 

«La Gazzetta del Mezzogiorno» 17 agosto 2014  
(serie «Ritratti e radici» dedicata a personaggi della storia di Bari)