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martedì 8 luglio 2025

Giorgio Salamanna

Partigiano presidente

A dieci anni dalla scomparsa

Un giovane che a cavallo degli anni ’70-80 del secolo scorso, a Bari, avesse voluto incontrare un partigiano, certamente sarebbe andato a trovare Giorgio Salamanna. Egli era «Il» Partigiano: perché presidente provinciale dell’Anpi e perché figura attiva nella vita pubblica del capoluogo, anche prima di assumere la guida dell’associazione nel 1977, dopo la morte del livornese Aramis Guelfi di cui Salamanna era stato il vice. Per i giovani di quegli anni la ricerca di una connessione sentimentale con i protagonisti del movimento di Liberazione era un bisogno connaturato alla scoperta di un antifascismo che più che mai tornava attuale, quando veniva assassinato Benedetto Petrone (1977) e quando lo stragismo nero colpiva Bologna (1980) uccidendo, con molti altri, sette cittadini e cittadine baresi. Salamanna ci ha lasciati a 92 anni, il 29 giugno 2015. Nel decennale della sua scomparsa, l’associazione da lui diretta per 38 anni non lo ha dimenticato; e già nel 2023 ha celebrato il centenario della sua nascita.

Giorgio Salamanna era nato a Melpignano, e aveva conservato la musicale leggerezza dell’accento salentino. Lo si vedeva frequentare manifestazioni e assemblee, quasi sempre con l’inseparabile moglie e compagna Faustina Rizzelli. Riservato, elegante, gentile; fermissimo nella difesa della memoria storica e dell’associazione che quella memoria e quella comunità partigiana rappresentava, facendone valere i principi e il monito a non dimenticare e a inverare i diritti di libertà e uguaglianza conquistati con tanta sofferenza. Socialista di salda fede, aveva guardato con diffidenza alla svolta governativa del Psi, tanto da aderire prima al Psiup e poi, dopo lo scioglimento di questo, al Pdup. Nell’Anpi, però, Salamanna rifuggiva da atteggiamenti di partito e incarnava una vocazione unitaria e istituzionale, che trovava il suo momento più alto nella celebrazione del 25 aprile, quando toccava a lui pronunciare il discorso ufficiale dalla tribuna del Sacrario dei caduti, nel quale sono custodite, fra le altre, le salme delle vittime della strage nazista di Cefalonia e di non pochi partigiani, e inoltre del generale Bellomo che guidò nel 1943 la battaglia di Bari contro i tedeschi. Ma l’Anpi di Salamanna, guardando al difficile presente, seppe anche costituirsi parte civile, a Bari, nel processo del 1978 per ricostituzione del partito fascista.    

La lotta partigiana, Salamanna l’aveva fatta in Montenegro, dove, dopo l’8 settembre, la quasi totalità dei suoi commilitoni della Divisione Venezia aveva scelto, con «una sorta di referendum» (sono parole sue), di non arrendersi all’ultimatum tedesco e di combattere contro i nazisti. La Divisione Garibaldi (questo il nuovo nome) si raccordò operativamente con l’Esercito popolare di Liberazione jugoslavo. Salamanna fu anche preso prigioniero dai nazisti e deportato nel Lager di transito di Zemun (Semlin per i tedeschi) situato sulla riva sinistra della Sava, di fronte a Belgrado. Ma evase e si ricongiunse con i partigiani.  Questa vicenda gli era rimasta nel cuore con il sentimento di fratellanza nei riguardi di un popolo che aveva accolto i militari italiani, da occupanti diventati partigiani, in nome di una lotta comune per la liberazione dei loro due paesi e d’Europa. L’Anpi di Salamanna conservò un legame di amicizia alimentato da periodici incontri con le associazioni del partigianato jugoslavo, le quali a loro volta non dimenticavano l’accoglienza che i loro combattenti avevano ricevuto in Puglia durante la cobelligeranza, negli ospedali, nei campi di addestramento (il “Campo 65”), e dove era sorto il loro sacrario nel cimitero di Barletta.  

Il contributo maggiore dato da Giorgio Salamanna alla conservazione della memoria e allo studio della storia è stato probabilmente il prezioso archivio storico dell’Anpi provinciale di Bari, da lui curato e custodito, oggi dedicato a lui e aperto al pubblico tra i fondi archivistici della Fondazione Giuseppe Di Vagno a Conversano.  Oltre 1600 fascicoli personali raccontano la storia di altrettanti partigiani e partigiane che testimoniano il grande contributo pugliese e meridionale alla Resistenza.  

Pasquale Martino

La Gazzetta del Mezzogiorno, 29 giugno 2025

Le immagini appartengono all'archivio fotografico di Antonio Volpe, che ringrazio.